[Diario di Castell] Sull'altra sponda dell'Adriatico

Day 1,542, 10:02 Published in Italy United Kingdom by militarista

Sono ore veloci, forsennate, frenetiche e un'invisibile nevrosi avvolge questa baia dimenticata dal mondo...
Fa freddo, dannatamente freddo, troppo freddo, la mia uniforme sembra bianca ricoperta da uno strato di brina e ghiaccio.
Guardo l'impronta lasciata dal mio stivale nella neve, è affascinante. Sembra una sorta di microcosmo, in quel misto di fango e acquetta vedo il mio volto riflesso. Eh già, sono cambiato.
Guardo il mare che luccica leggiadro a pochi chilometri dalla collina dalla quale domino quella famosa baia, la sua purezza è aspra mentre il vento rompe la spuma bianca delle onde...
Senza rendermene conto guardo verso nord, chi lo sa a quanti chilometri da qui si trova un'altra baia. Tempo fa mi ero già ritrovato da questo lato dell'adriatico, quando attaccammo il Montenegro. Di quei momenti ricordo solo la breve esaltazione, un esercito ricomparso dopo una lungfa assernza sui campi di battaglia e poco altro.
- Castell ma che c***o stai facendo?!-
I miei film mentali si troncano bruscamente e torno alla gelida realtà. Era il nostro "amorevole" comandante, Mappina.
Di malavoglia riprendo il mio dovere abbandonando le fantasticherie,troncare un film mentale è come essere svegliati di colpo dopo una sbornia.

Mentre avanzo lentamente fra trincee e filo spinato noto tante reclute dell'EI -hanno le guance arrossate dal freddo- sorrido.
Come al solito arrivo tardi, i combattimenti sono già lontani. Ma passare su un campo di battaglia subito dopo uno scontro è perfino più interessante che calcarlo durante il combattimento. Qui sono iniziate e si sono concluse le sorti di tanti di noi. Scorgo corpi dilaniati dalle esplosioni, brandelli di divise, frammenti di granate e munizioni che disegnano geroglifici nel terriccio.

L'orizzonte è arrossato dai cannoni e il fronte è molto attivo, i combattimenti devono essere cruenti. Mi cullo al pensiero che là, da qualche parte, ci sia bisogno di me.
Lustro il fucile mitragliatore di mio nonno e corro, come solo un velocista sa fare. La sincope del mio cuore si mescola ai rumori sempri più incalzanti di spari e gemiti. Mentre una goccia di sudore mi riga il volto sono sempre più vicino al mio obbiettivo, qui i combattimenti iniziano a farsi più duri e selvaggi, le regole di cavalleria lasciano spazio all'istinto.

I colpi iniziano a fluire dalla canna della mia arma e il tempo si ferma, incantato


NMB (nota molto bene): l'intero articolo è basato su film mentali e non su fatti realmente accaduti.
NAM: (nota ancora meglio) domani uscirà la seconda parte di questo capolavoro.

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